Diario del tour #2: verona, verderio

Due giorni prima del concerto a Verona mi informano che a causa di una non meglio precisata ordinanza del sindaco che non si sa bene se sia già in vigore o meno l’unico modo di fare la data in solo acustico al majakowskij è di farla in unplugged vero – niente impianto, né cavi, microfoni o elettricità. Solo io, la chitarra o il piano e la mia voce. Interessante, penso. Per me può anche andare bene, l’importante è che il pubblico sappia che il concerto si farà così – dico, e mi rassicurano che sarà così. Non voglio rinunciare alla data di Verona, che resta per ora l’unica tappa veneta del tour, dal momento che il concerto inizialmente previsto a Treviso è stato annullato. Un’ora e quaranta per fare milano-verona e 40 minuti per attraversare la città, bloccata totalmente, probabilmente a causa del Vinitaly. Arriviamo al locale all’orario stabilito, in tempo per fare il non-sound check, per prendere un minimo di confidenza con l’acustica del posto – davvero ottima, grazie a un soffitto a volte in mattoni – e con il bel pianoforte Kawai. Dopo una mezz’oretta a giochicchiare con le chitarre e il piano decido che il non-sound check può dirsi concluso. Dopo poco siamo in una piccola trattoria poco lontano dal locale. Il posto è piccolino e affollato ma troviamo un tavolo da due ancora libero. Decidiamo di provare il risotto con i bruscandoli – le cime del luppolo selvatico –, e facciamo bene. Il vino della casa non è niente male, il servizio curato e amichevole senza risultare invadente. Per fare il verso a Gianni Mura, assegno un bel 7,5 alla trattoria. Rinfrancati nel corpo e nello spirito ci dirigiamo nuovamente al Majakowskij. Il locale è pieno. Il pubblico è incredibilmente silenzioso e attento (bravissimi, voto 8). Io ci prendo gusto e comincio a spostarmi per la sala, avvicinandomi agli spettatori più lontani dal palco. Quando mi sposto al pianoforte per L’altalena chiudo gli occhi e mi sembra di essere a casa. Bello.

Il giorno dopo tappa al Pintupi, uno dei miei circoli Arci preferiti dell’intero stivale – se non ci siete mai andati passateci una volta o l’altra, merita davvero. I ragazzi hanno anche migliorato la sala, con un palco tutto nuovo e altre cosucce molto carine. Il momento più bello di ogni concerto al Pintupi è sempre la cena, quando si mangia tutti insieme con i ragazzi del circolo che a turno preparano il companatico. Questa volta abbiamo pasta fredda con ricotta e pomodorini, una serie pressoché infinita di torte salate e altro che non ricordo. Nella sala sono esposte le opere di Maurizio Campesi – diverse illustrazioni e alcune poesie –, un giovane artista che conosco prima del concerto. Da sabato prossimo (18/4) la mostra si sposta alla biblioteca di Sulbiate (per più info lo trovate su facebook). Il concerto inizia attorno alle 23, e l’atmosfera è fin da subito ottima: alcune coraggiose ballano (ballano?!), molti altri cantano e io sono così preso a guardarli che mi impappino un paio di volte, sbagliando qualche accordo e qualche verso. Bene così. Prossimo appuntamento al neverland sul ghiaccio.

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