All’Enosteria si suona molto presto perché – nonostante i concerti siano sempre in acustico – spesso i vicini si lamentano del “rumore”. Così quando salgo sul palco mancano una ventina di minuti alle 10. Quando scendo sono le 11 e un quarto ma questo non basta a scongiurare l’intervento dei carabinieri. Arrivano perché chiamati dall’anziana signora che abita sopra il locale. I due in divisa praticamente si scusano della loro presenza – sono da poco passate le 11 e il volume della musica è decisamente ridotto – tant’è che non chiedono neanche di vedere i documenti e i permessi.
Espletati i doveri di cronaca senza nessuna voglia di riflettere ancora su questioni di questo tipo, vado ad elencarvi i lati positivi della trasferta bresciana. Il posto è molto carino, gestito per la programmazione artistica da Andrea e per la parte cucina e locale da Francesco. Si mangia bene, il locale è arredato con gusto e il palco è molto caldo, con un bel pianoforte, un impianto luci minimo ma più che sufficiente e una bella pedana di assi di legno – che percuoterò a tempo durante un paio di brani dopo averne scoperto le proprietà armoniche durante il sound check.
Il concerto scivola via bene anche se i bis che avevo in mente sono stati cancellati per cause di forza maggiore. Sulla strada del ritorno stop in autogrill dove non so resistere alla tentazione di mangiare una tristissima sfogliatella (uno dei leit-motif di questo tour) in un autogrill poco prima di Bergamo. Ma me lo merito, oh se me lo merito. Chi va per questi mari…