A Napoli alle 10.00. Chiedo se ci sono bus per Sorrento per aggirare lo sciopero della Circumvesuviana ma niente. Imbocco Corso Umberto I e lo percorro tutto fino a Piazza Garibaldi. Da lì arrivo al Terminal della Circumvesuviana. Mi dicono che il servizio riprenderà alle 13.00. Compro un biglietto e poi mi perdo nelle stradine invase dalle bancarelle di pesce, frutta e verdura. Mi fermo in un baretto per un altro ottimo caffè e per riposarmi – chitarra + trolley è comodo, sì, ma solo per percorrenze medio brevi, e comunque al quarto giorno di tour inizi a pensare che vorresti lanciare entrambi dal primo ponte e finalmente cacciare le mani in tasca e riprendere a camminare fischiettando felice. Scambio quattro chiacchiere sul tempo con il gestore del bar. Poi la radio sputa Walk Like an Egyptian e il tipo e io ci mettiamo a fischiettare all’unisono. Nei vicoli, i venditori di sigarette di contrabbando espongono cartelli che recitano: “Non si fa credito a nessuno.” Chiudo gli occhi e vedo Sophia Loren incinta seduta al suo baracchino in Ieri, oggi e domani.
Alle 13.00 effettivamente la Circumvesuviana riprende il servizio. Mi infilo in un vagone, riesco a sistemare chitarra e valigia prima che di fermata in fermata il convoglio si riempia in maniera incredibile. Si viaggia in condizioni veramente al limite, ma i napoletani non si lamentano e quando si verifica qualche inevitabile screzio tutto si risolve con una battuta, con un sorriso. Certo poi c’è pure una signora che alla fine sbrocca e si mette a urlare ma a quel punto partono gli sfottò: “La signora la prossima volta pigli il tassì e vedrà che viaggerà più comodamente”; “Signo’, la prima classe sta più avanti” ecc., ecc. Arrivo a Piano di Sorrento, passo dal locale, il Marianiello Jazz Cafè che è un posto molto bello, e mi accompagnano all’Hotel Klein Wien. Ho una stanza all’ultimo piano, con terrazzino e vista impagabile sul Golfo di Sorrento. Mi infilo sotto una doccia bollente prima di recuperare un po’ del sonno perduto nella traversata notturna.
A Sorrento, al mattino vengo svegliato dai gabbiani che gridano nel cielo di fronte alla mia finestra – la sera prima avevo lasciato le imposte aperte per svegliarmi con quella vista negli occhi. Cielo coperto, mare nero con improvvisi squarci di sole al largo. Mare mosso e spumoso. Resto a letto a rimirare l’immaginifico panorama, poi colazione e passeggiata per la villa (parco) che si affaccia a strapiombo sulla parte bassa del paese. Nella villa resti di abitazioni romane con mosaici di pregio. Una turista dai capelli rossi infagottata in un piumino da neve scatta fotografie a ripetizione. Un uomo corpulento e calvo fuma il suo sigaro con flemma olimpica, lo sguardo impietrito all’orizzonte. Io annuso l’aria, mi accomodo su una panchina e non fumo una sigaretta. L’acqua cristallina della spiaggetta è molto invitante nonostante il vento freddo che scuote gli alberi.
Circumvesuviana in senso opposto al giorno prima. Viaggio comodamente nei vagoni semivuoti che si riempino soltanto verso le ultime fermate. Pranzo a Napoli. Linguine alle vongole veraci + friarielli come antipasto. Zucchine alla scapece finite, come anche i sciurilli purtroppo. La cameriera non si aspettava che conoscessi la cucina locale a causa del mio accento che per lei è perfettamente, sfrontatamente milanese. Per un attimo accarezzo l’idea di rivolgermi a lei direttamente in dialetto, ma non vorrei procurarle troppo stress, così soprassiedo.
Sul treno per Benevento. Accanto a me, un militare indossa un paio di pantaloni di fustagno verde oliva. Le scarpe “civili” delle loro divise mi sono sempre piaciute molto – se avessi fatto la naja ne avrei sottratto un paio. Il vagone è pieno solo per metà. Uno dei finestrini non si chiude bene e riversa nella carrozza folate di vento gelido. Dopo una mezz’ora di viaggio il panorama comincia a mostrare i primi segni delle abbondanti nevicate che hanno colpito la zona. Lo strato bianco diventa più alto a mano a mano che il convoglio prosegue la sua corsa verso l’interno della regione. Il treno entra con estrema puntualità nella stazione di Benevento centrale, dove ad aspettarmi c’è Mario, il ragazzo che ha organizzato la data – con il supporto degli amici del Morgana – in compagnia di un suo amico. Saliamo in macchina e partiamo alla volta di San Giorgio del Sannio, il paese in cui si trova il locale dove suonerò, a una decina di chilometri da Benevento. Pausa a casa di Mario per una necessaria e graditissima doccia bollente e un ottimo caffè. Mi riprendo dal freddo e dalle fatiche del viaggio e usciamo per un aperitivo nella piazza del paese. Comincia a nevicare molto forte, la neve si accumula velocemente al suolo.