Solo Tom Waits può far nascere il protagonista di una sua canzone in una città che si chiama Murfreesboro (ho controllato, esiste veramente, è in Tennessee, ha università e aereoporto, popolazione oltre 100.000 nel censimento del 2010) e poi farlo vagare per Natchez, Hushpukena… È un pezzo di chiusura, tratto da Mule Variations, dopo il quale bisogna tirare il tendone del palcoscenico: il nostro protagonista, dopo aver fatto ogni lavoro possibile in ogni dove e aver vissuto “di nient’altro che sogni e del fumo dei treni”, sente che è ora di tornare a casa e si augura che il suo pony si ricordi la strada. Negli occhi ha una vecchia immagine di sé, seduto nella cucina di Evelyne (per la serie “il caso non esiste”, Evelyne porta lo stesso nome della protagonista del mio racconto preferito dei Dubliners, e qui potrei aprire una lunghissima parentesi ma non lo faccio) con il vecchio cane Gyp acciambellato ai suoi piedi.